Case dell’acqua: 650mila euro risparmiati nel 2013 a Milano

Sempre più milanesi utilizzano le 6 case dell’acqua installate dal Comune di Milano, grazie alle quali è possibile portare a casa gratuitamente acqua naturale e gasata. Sono stati quasi 2 milioni i litri prelevati da marzo 2013 fino a fine luglio: un numero che fotografa il successo degli impianti in città. Nello specifico sono 797.224 i litri di naturale e 1.136.165 quelli di gasata.
Grazie ai cittadini che utilizzano quotidianamente il servizio gratuito delle case dell’acqua, gestito da Metropolitana Milanese che garantisce la qualità dell’acqua in città con oltre 190mila controlli annui, è stato possibile risparmiare 59.935 chilogrammi di CO2 e 52.202 di Pet (la plastica con cui sono fabbricati bottiglie e bicchieri).
Inoltre, considerando una spesa media di 50 centesimi per 1,5 litri di acqua minerale di marca, si stima che i milanesi abbiano risparmiato da marzo 2013 circa 650mila euro.
Su http://www.milanoblu.com/ tutte le informazioni sia sulle case dell’acqua, sull’ubicazione delle “vedovelle” che, più in generale, sul servizio idrico della città di #Milano.

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Bottiglie di plastica: danno per la salute?

bottiglie-plastica-g-640x480Il bisfenolo A è una sostanza ampiamente usata per le bottiglie in plastica, il sottile film interno alle scatolette di cibi conservati, le tettarelle per lattanti e le confezioni alimentari. Se ne producono annualmente 2,8 milioni di tonnellate ed è già nota per la sua tossicità. Il nuovo allarme arriva dagli Stati Uniti, dove, secondo uno studio, alte concentrazioni  della molecola tossica nel sangue della donna incinta,  accrescono il rischio di aborto  dell’ 80% . In realtà, perchè la molecola entri in circolazione è sufficiente il contatto con il materiale incriminato: per chi è in dolce attesa dunque, bollino rosso sui cibi preconfezionati e sulle classiche bottiglie di plastica dimenticate al sole. Lo studio è stato presentato a Boston in occasione della conferenza annuale dell’American Society for reproductive Medicine (Asrm) (fonte: Adnkronos Salute)

Già si sapeva che questa sostanza contaminava gli alimenti con cui veniva a contatto, ed era sospettata di alterare gli ormoni sessuali umani. Ma  uno studio ha scoperto che è collegata anche col cancro alla prostata. In particolare, l’assunzione nella dieta umana di quantità piccole ma costanti di bisfenolo è particolarmente pericoloso nelle donne in gravidanza, alterando in modo cruciale, ma invisibile, lo sviluppo dei neonati.

La sostanza provoca infatti alterazioni microscopiche nella prostata del feto, che non sono riscontrabili alla nascita. Gli effetti si fanno sentire con gli anni, nella terza età, con ipertrofia delle prostata e tumore. Le alterazioni possono causare anche malformazioni dell’uretra. In Italia si registrano ogni anno 11 mila nuovi casi di cancro prostatico, e 6.300 morti per questa patologia: è la seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo il cancro al polmone.

Piccolissime quantità di questa plastica bastano dunque, nella vita fetale, a scombinare il sistema genitale dei maschi. La scoperta è dovuta all’equipe del professor Frederick vom Saal, che lavora all’Università del Missouri. Il gruppo ha somministrato a topine gravide piccolissime quantità di bisfenolo-A, mentre ad altre cavie è stato somministrato in pari quantità dell’estradiolo, l’ormone usato nella pillola contraccettiva.

Il test mirava a verificare se certi danni alla prostata del neonato avvenivano quando la madre, prendendo la pillola, restava accidentalmente incinta. Invece la prova ha dimostrato che entrambe le sostanze alteravano la prostata: e in quantità minime, molto minori di quelle che gli esseri umani ingeriscono bevendo dalle bottiglie di plastica.

Basterebbe pensare come sono stoccate le bottiglie di plastica nei supermercati, nei depositi, ecc… In genere al sole quindi in condizioni in cui si ha passaggio di bisfenolo nell’acqua che poi sarà bevuta.

E gli italiani sono i massimi consumatori mondiali di acqua minerale: 184 litri a testa, per una spesa di circa 500 euro all’anno a famiglia (i tedeschi non arrivano a 145 litri).(Autore: Maurizio Blondet)

Sarebbe quindi più sensato bere acqua dal rubinetto di casa dove l’acqua che scorre è fresca, controllata e sicuramente in linea con i valori previsto dalla legge 31/01. E se la stessa ha cattivi odori o dubitiamo della sua qualità, basta prevedere un impianto di trattamento acqua scelto in funzione della zona, delle caratteristiche dell’acqua erogata dal comune e delle proprie necessità, privilegiando sempre impianti di ditte note, facilmente contattabili e  con servizi assistenza presenti sul territorio.