Contro la legionella in campo anche i Nas

EMERGENZA

09 Ottobre 2016 – 05:03

Nella battaglia contro la legionella scendono in campo anche i carabinieri del Nas. Sotto il microscopio dei militari di strada dei Mercati, impegnati a cercare di trovare la fonte di contagio, finirà innanzitutto la procedura di controllo adottata finora.

Laura Frugoni

Allarme legionella, il numero dei casi sale ancora ma c’è anche una novità che accende una piccola luce.

Sono 38 le persone contagiate finora dall’infezione. C’è un nuovo caso: un uomo di 61 anni, ricoverato da ieri al Maggiore. Anche lui abita nella zona del Montebello e l’Ausl fa sapere che le sue condizioni non sono particolarmente preoccupanti.

Ad oggi i ricoverati sono 16; tra venerdì sera e ieri sono stati dimessi tre pazienti. Rimangono gravi ma stabili le condizioni della ragazza di 27 anni, che si trova sempre nel reparto di Rianimazione del Maggiore. La buona notizia: dal 4 ottobre non si registrano nuove segnalazioni di persone con i sintomi della legionella. E l’uomo che è stato appena ricoverato? Avrebbe cominciato a stare male il 2 ottobre.

Dall’aggiornamento all’inchiesta. Adesso sull’epidemia che sta tenendo in ansia un quartiere – ma possiamo dirlo: una città intera – indagano anche i carabinieri del Nas, lo speciale reparto dell’Arma dai molteplici compiti riuniti in un’unica «mission»: proteggere la nostra salute.

La conferma arriva dal comando di strada Mercati: giovedì scorso il nucleo passato dagli inizi di settembre sotto la guida del capitano Gianfranco Di Sario ha ricevuto la delega d’indagine dalla procura di Parma; dunque l’attività investigativa è partita ufficialmente pochi giorni, ma a quanto pare già nelle ultime settimane i militari con le pettorine blu non erano stati a guardare.

Dell’inchiesta aperta dai pm Bianchi e Amara abbiamo già detto nei giorni scorsi. I reati ipotizzati sono epidemia colposa, omicidio colposo e lesioni colpose. Reati pesanti, pene pesanti: quando muoiono più persone si può arrivare fino a 12 anni di carcere.

Nessun indagato, e questo fino a ieri: il fascicolo è stato aperto «contro ignoti».

Ma cosa faranno nello specifico i Nas? Su quali binari si sta muovendo l’attività investigativa? Sotto la lente finirà innanzitutto la procedura di controllo adottata finora (per capire se ci siano state negligenza, imperizia o imprudenza tali da determinare la diffusione del batterio) ma bisognerà anche cercare di capire quale sia la fonte del contagio. Provare a risolvere l’enigma.

Un impegno, fanno sapere dal comando, che verrà certamente svolto in collaborazione con le autorità sanitarie e gli enti già in campo ma che per forza di cose si allargherà su vari ambiti, andando anche a mettere il naso sull’attività dei «controllori» con analisi e perizie autonome.

Come si muoveranno, ad esempio sul monitoraggio della rete idropotabile, «assolta» dai risultati dei test seppure ancora parziali (tutti negativi i prelievi effettuati nel pozzo Bizzozero)? L’impressione è che il Nas intenda ricostruire la cronologia dei campionamenti («quelli successivi all’iperclorazione non sono attendibili») e procedere eventualmente con nuovi test.

Proprio riguardo i campionamenti sull’acqua, dall’Iren assicurano che «i test sono stati eseguiti prima di effettuare la bonifica battericida con il cloro», ossia quando la rete idrica del Bizzozero veniva ancora disinfettata attraverso i raggi ultravioletti, e aggiungono che comunque nemmeno il cloro è sufficiente a uccidere il batterio della legionella: «ne servirebbero concentrazioni tali che l’acqua potabile diventerebbe imbevibile». E allora la tanto sbandierata iperclorazione a che serve? «Una profilassi, una misura preventiva che però non elimina il problema».

Tornando ai carabinieri tutori della salute, molti altri fronti li attendono: dalle «audizioni» dei pazienti e dei loro familiari alle ispezioni a tappeto di impianti e luoghi non ancora esplorati, come studi medici e studi odontoiatrici.

 

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Linee Guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi – Valutazione Rischio e responsabilità: WORKSHOP dca n. 54 del 4 giugno 2015

Il 1 Marzo 2016 alle ore 15:00

presso il Centro Sanitario Università della Calabria (Cubo 34B 3° Piano, Via P. Bucci -Arcavacata di Rende, Cosenza)

si terrà un Workshop ad entrata libera dal titolo:

Linee Guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi – Valutazione Rischio e responsabilità

Saluti

Dr. Raffaele Mauro (Direttore Generale Asp Cosenza)

Modera

Ing. Nicola Buoncristiano

Intervengono

Dott.: Marcello Perrelli (Direttore Diprtimento di Prevenzione delle malattie Asp Cosenza)

Ing. Gennaro Sosto (Direttore U.O.C. Gestione Infrastrutture e Tecnologie Asp Cosenza)

Ing. Maurizio Gimiliano (Legionella Risk Manager)

 

LOCANDINA-

Nuove Linee Guida per La Prevenzione ed il Controllo della Legionellosi

Sono state pubblicate le nuove Linee Guida per la Legionellosi che presentano novità importanti rispetto a quanto finora in vigore.
Innanzitutto, tutte le leggi ed obblighi sono stati evidenziati (Atto di Intesa stato regioni per strutture turistiche – Legge sulla sicurezza del lavoro) ed è stata, come evidente nell’allegato, definita la necessità, per tutte le strutture con potenziale rischio di legionellosi (alcune delle quali sono evidenziate), di applicare un protocollo di prevenzione che preveda una analisi del rischio, una gestione del rischio, e l’informazione per tutte le persone che potrebbero a vario titolo, trovarsi in situazioni di rischio.
Per esplicitare quanto sopra si allega un estratto delle nuove linee guida  in cui si evidenziano le tre fasi .

PIANO DI PREVENZIONE DALLE INFEZIONI DA LEGIONELLA

Legionella_B2La Legionellosi è una malattia infettiva grave ed a elevata mortalità legata alle presenza di focolai di infezioni in ambienti collettivi a residenza temporanea come Ospedali, Alberghi, Case di Cura o di Riposo, Scuole Piscine ecc… In particolare negli ultimi tempi è stato ampiamente dimostrato che ovunque sia presente una produzione di acqua calda centralizzata con boilers e serbatoi di accumulo di acqua fredda non perfettamente gestiti e manutenzionati è praticamente certa la presenza del batterio della legionella che senza adeguati interventi preventivi può comportare l’inquinamento dell’intera rete di distribuzione ed il propagarsi dell’infezione batterica. Da un punto di vista legislativo al momento intervengono sulla materia:

  • LEGGE 31/01 – Legge sull’acqua potabile che sottolinea la responsabilità civile e penale del proprietario o gestore dell’edificio.
  • LINEE GUIDA I.S.S. del 04 Aprile 2000 sulle regole impiantistiche da rispettare per la prevenzione.
  • ACCORDO STATO REGIONI 13/01/2005
  • ART.61 COMMA 3 LEGGE Regione Calabria del 12/06/2009 che prescrive la verifica impiantistica annuale da parte di un esperto ed il rilascio di una perizia attestante l’attuazione delle misure preventive.
    DLGS 81/08 art. 268- Legge Sicurezza Lavoro.

Lo Studio Tecnico dell’Ing. M. Gimigliano, si propone per :

Sopralluogo presso le Vostre strutture e valutazione dell’attuale situazione impiantistica per quanto riguarda la parte acqua sia potabile che tecnica.

Redazione di una relazione tecnica in cui siano evidenziati i seguenti punti :

  • Situazione attuale.
  • Interventi necessari all’adeguamento per il rispetto delle norme e leggi vigenti onde prevenire il verificarsi o la diffusione di infezioni o problemi impiantistici.
  • Suggerimenti gestionali.

Rilascio di una perizia tecnica attestante il rispetto delle leggi e norme esistenti in questo ambito impiantistico o le eventuali difformità e gli interventi suggeriti.

 

L’Ing. M. Gimigliano è un professionista che opera nel campo dell’acqua potabile dal 1987. Le competenze acquisite e le molte esperienze maturate garantiscono affidabilità e sicurezza nella gestione delle problematiche più varie .

Per   ulteriori  informazioni: www.mauriziogimigliano.it

 

 

 

Epidemia di legionella anche in Germania

Oltre 150 persone infette e almeno due morti. È il risultato, sin qui purtroppo parziale, del propagarsi di una infezione di legionella a Warstein in Germania.

Il focolaio, nel Nordreno Vestfalia, è stato identificato in un stabilimento di depurazione delle acque e ha colpito persone di ogni età. Il virus attacca i polmoni, provoca febbre e stato di spossatezza che può arrivare fino alla morte.Il virus si sarebbe trasmesso per aerosol, ovvero goccioline infette sarebbero entrate in contatto delle persone che si sono ammalate.

Guarda il video:

Lissone, terzo caso di legionella. L’Asl ordina la bonifica dell’acqua

Il proseguire dell’emergenza è confermato dalle risultanze dei rilievi fatti dall’Azienda sanitaria locale a ridosso di ferragosto. Adesso, per debellare definitivamente la presenza del batterio, si è deciso di trattare i depositi idrici con soluzioni di cloro. Ma le decine di famiglie che abitano nelle case popolari preferiscono non fidarsi e utilizzare acqua in bottiglia. Almeno finchè il fenomeno non sarà rientrato.

Leggi l’articolo completo qui: http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/lissone-terzo-caso-di-legionella-lasl-ordina-la-bonifica-dellacqua_1021566_11/

 

Rischio legionella per la mancata manutenzione programmata: i dipendenti lanciano il loro grido.

La mancata manutenzione delle sale operatorie e degli impianti di condizionamento e refrigerazione, così come denunciato dagli operatori stessi della centrale termo-sanitaria ed elettrica della struttura Ruggi d’Aragona a Salerno,  può comportare  notevoli rischi per la salute dei malati e dei dipendenti. Leggi l’articolo completa a questo link:http://www.positanonews.it/articoli/101697/salerno_ruggi_ldquosale_operatorie_a_rischio_legionellardquo.html

DI LEGIONELLA SI MUORE ANCHE IN CASA E COME SEMPRE … IN VACANZA

Legionella_B2La ricerca periodica della legionella nel sistema idrico degli edifici (che richiede una modica spesa), specie in quelli che restano inattivi a lungo, come le seconde abitazioni, gli alberghi e le attività stagionali è  molto importante per l’eliminazione del microrganismo della legionella che può trasmettersi agli esseri umani e, nei casi più semplici va curato con trattamento antibiotico, ma che in soggetti in prevalenza di sesso maschile, con patologie cronico-degenerative, o età avanzata può risultare fatale.

È  la “manutenzione degli impianti”, compresi quelli di condizionamento, dunque, la parola d’ordine per azzerare il rischio di proliferazione del batterio della legionella, che si moltiplica quando la temperatura è tra i 15 e i 50 gradi centigradi. Esistono vere e proprie “zone rosse” negli impianti idrosanitari: all’interno delle tubazioni, specialmente se obsolete e con depositi all’interno, o anche in tratti chiusi, nei serbatoi di accumulo, nei bollitori, nei soffioni della doccia e nei terminali di distribuzione. Le piscine rappresentano un altro luogo prediletto dal batterio, ma l’immissione di cloro nell’acqua garantisce quasi sempre l’azzeramento del rischio. La prevenzione parte già in sede di progetto degli impianti: evitare tubazioni con terminali ciechi o senza circolazione, formazione di ristagni, lunghezze eccessive dei tubi, contatti tra acqua e aria o accumuli in serbatoi non sigillati. La pulizia rappresenta il secondo step per tenere fuori di casa il batterio: lo choc termico è un rimedio utile per gli impianti idrici, la pulizia dei filtri per i condizionatori.

Fondamentale la verifica da parte di un esperto di tutto il sistema impiantistico in quanto è necessario individuare i punti critici all’interno del sistema stesso  e scegliere il migliore metodo di prevenzione . Infatti è importantissimo evitare che si possano avere effetti collaterali legati al sistema di disinfezione utilizzato e ciò è possibile solo avendo una profonda conoscenza dell’inquinamento batterico , degli impianti, dei materiali e  dei sistemi di produzione e distribuzione del calore o del freddo utilizzati . Creando depositi o corrosioni infatti si andrebbe ad aumentare il biofilm , substrato in cui la legionella trova protezione e si sviluppa .

Le legionelle sono presenti naturalmente negli ambienti acquatici, sia naturali che artificiali. Si trovano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti i batteri risalgono a quelli artificiali, le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine. Le condizioni più favorevoli alla proliferazione sono la stagnazione, la presenza di incrostazioni e sedimenti, biofilm. I batteri, inoltre, possono sopravvivere con una temperatura dell’acqua compresa tra i 5,7 e i 55 gradi, ma hanno il massimo viluppo con una temperatura dell’acqua compresa tra i 25 e i 42 gradi. 

http://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/cronaca/2013/04/21/876907-artigiano-muore-legionella-tubature.shtml

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/07/22/news/ucciso-dalla-legionella-mentre-era-in-vacanza-1.7461256

Quando la legionella entra in ospedale: due casi in un nuovo ospedale di Brisbane in Australia

Il morbo del legionario (legionella pneumophila) ha sintomi paragonabili a quelli di un’influenza acuta e normalmente evolve verso un esito infausto solo in pazienti anziani, affetti da malattie croniche  o immunodepressi. Il problema quindi diventa particolarmente serio se e quando l’infezione si diffonde in un ospedale, un posto in cui tutte queste condizioni sono presenti e concentrate. 

Due casi, di cui uno letale, di legionella in un ospedale privato di Brisbane. Iniziati i controlli sui pazienti ospitati nell’ultima settimana e sul personale del Wesley Hospital (circa 3000 persone) per verificare che non vi siano altri casi in incubazione. 

Fonte e articolo completo su: http://www.lastampa.it/Page/Id/1.0.2306974589