Sempre più milanesi utilizzano le 6 case dell’acqua installate dal Comune di Milano, grazie alle quali è possibile portare a casa gratuitamente acqua naturale e gasata. Sono stati quasi 2 milioni i litri prelevati da marzo 2013 fino a fine luglio: un numero che fotografa il successo degli impianti in città. Nello specifico sono 797.224 i litri di naturale e 1.136.165 quelli di gasata.
Grazie ai cittadini che utilizzano quotidianamente il servizio gratuito delle case dell’acqua, gestito da Metropolitana Milanese che garantisce la qualità dell’acqua in città con oltre 190mila controlli annui, è stato possibile risparmiare 59.935 chilogrammi di CO2 e 52.202 di Pet (la plastica con cui sono fabbricati bottiglie e bicchieri).
Inoltre, considerando una spesa media di 50 centesimi per 1,5 litri di acqua minerale di marca, si stima che i milanesi abbiano risparmiato da marzo 2013 circa 650mila euro.
Su http://www.milanoblu.com/ tutte le informazioni sia sulle case dell’acqua, sull’ubicazione delle “vedovelle” che, più in generale, sul servizio idrico della città di #Milano.
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Acqua del rubinetto anche al ristorante, è un’alternativa buona e sicura
Bere acqua trattata del rubinetto nei ristoranti sarebbe un’alternativa sicura all’acqua in bottiglia che permette, da un lato, di rispettare l’ambiente, riducendo gli spostamenti su gomma e lo smaltimento di Pet o vetro, e dall’altro anche un notevole risparmio economico per tutta la filiera, clienti in testa.
L’acqua che ristoranti e mense offrono ai propri clienti, trattata o non trattata, a titolo oneroso o gratuito, è infatti a tutti gli effetti un alimento della cui qualità gli Operatori del Settore Alimentare (Osa) sono responsabili. Le aziende serie che operano nel rispetto dell’attuale legislazione, infatti, sono dotate di un Piano di autocontrollo che deve prendere in considerazione, al fine di minimizzare i rischi di contaminazione, una dettagliata analisi di ciascun punto critico nella quale devono essere indicate tutte le azioni preventive e le procedure di gestione e di manutenzione necessarie a mantenere l’acqua nelle migliori condizioni igienico-sanitarie anche con adeguato monitoraggio.
“I nostri codici statutari – dicono le associazioni di categorie – parlano chiaro e, come noi, sono molti coloro che non chiedono altro che di poter essere messi in condizioni di lavorare con scrupolo operando nella totale trasparenza e correttezza verso clienti e consumatori. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una crescita importane del consumo di acqua trattata, sia nei locali pubblici che tra le pareti domestiche, ed evidentemente questo dato di mercato continua a dare fastidio ad altri settori, ma la nostra lotta di civiltà e cultura, prima che di settore, prosegue e proseguirà ancora più convinta”. “Siamo infatti sicuri – concludono le associazioni in una nota – del nostro operato e della bontà delle soluzioni che siamo in grado di offrire ai cittadini che, adottandole, scelgono di rispettare di più l’ambiente, godere della comodità di un’acqua ideale al punto d’uso e di risparmiare rispetto al consumo di acqua minerale in bottiglia.” Roma, 20 feb.2014 - ( Fonte: Adnkronos)
A quando una casa dell’acqua anche a Catanzaro?
Negli ultimi anni l’Italia si è confermata primo Paese in Europa e terzo nel mondo per consumo di acqua in bottiglia, e si stima un consumo di circa 6 miliardi di bottiglie di plastica annue.
La soluzione per ridurre l’impatto ambientale del consumo d’acqua ci sarebbe.
Nella sola provincia di Milano (capoluogo escluso), dove si contano 81 strutture delle 411 distribuite sul territorio italiano, con un’erogazione media giornaliera di 2.500 litri d’acqua, le case dell’acqua hanno permesso nel 2011 un risparmio di 32 milioni e 21 mila bottiglie di plastica, equivalenti al trasporto su 3.252 tir, al consumo di 1.936 tonnellate di petrolio e di 15.490 metri cubi d’acqua, alla produzione di 1.936 tonnellate di anidride carbonica e di 15,6 tonnellate di monossido di carbonio.
L’acqua erogata è controllata e sicura: vengono eseguite analisi dall’Asl per accertarne la qualità due volte al mese.
Promuovere l’acqua pubblica diventa parte di un processo educativo che non solo fa risparmiare i cittadini (soprattutto le fasce con maggiori difficoltà in questo periodo di profonda crisi economica), ma li spinge anche a comportamenti ecologici virtuosi.